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Luoghi spettacolari dalla storia secolare e, ingiustamente, poco conosciuti dal grande pubblico

A pochi chilometri da Villa Signorini, esempio unico nel suo genere di architettura settecentesca partenopea, troviamo San Giorgio a Cremano, città d’arte e di cultura, che, sul suo territorio, vanta edifici di altissimo pregio.

Fra questi spicca, per la sua strepitosa bellezza, Villa Vannucchi

La struttura fu fortemente voluta da Giacomo D’Aquino di Caramanico (esponente della famiglia D’Aquino e gentiluomo di camera del Sovrano del Regno delle Due Sicilie Carlo di Borbone), il quale acquistò nel 1755 alcune proprietà dei discendenti di Giovanni Battista Imparato, della storica stirpe omonima. Tali possedimenti consistevano in due complessi edilizi ed una masseria di quattordici moggi (47.108,04 metri quadrati circa di terreno) con bosco. Alla metà del XIX secolo la Villa fu venduta ai Van den Henvel e poi, nel 1912, alla famiglia Vannucchi. Il progetto fu commissionato ad Antonio Donnamaria (che realizzò il prospetto su strada con una ritmata partitura di lesene giganti in stucco; l’interno è caratterizzato da decorazioni in stucco rococò). Il prospetto posteriore, tuttavia, è firmato dal genio di Pompeo Schiantarelli nel 1783 ed è costituito da una serie di arcate, logge e porticati. Il giardino all’italiana (sempre di Schiantarelli), la cui vastità è pari al Bosco di Portici, è caratterizzato, da un lungo viale che parte da una quinta ad esedra posta in fondo al cortile e giunge ad una fontana monumentale posta al centro e formata da quattro vasche laterali disposte simmetricamente in diagonale. Da qui si dipanano a “raggiera” quattordici viali che tagliano il giardino per esteso fino al limite della proprietà. Nel giardino sono conservati ancora oggi esemplari di alberi di canfora, pini, lecci, palme, magnolie, datteri, cedri, mimose e albicocchi. Villa Vannucchi divenne un luogo di riferimento per la nobiltà napoletana ai tempi di Gioacchino Murat. Fu in questo periodo, infatti, che la Dimora conobbe il suo maggiore splendore grazie alle feste e ai ricevimenti che il Principe D’Aquino offriva agli ospiti sotto la direzione della moglie Teresa Lembo. Dopo i danni provocati dal terremoto del 1980 e in seguito ad un periodo di totale abbandono è stata, negli ultimi anni, totalmente restaurata. Si tratta, inoltre, di un Palazzo caro ai tanti amanti di Massimo Troisi: in tale area, infatti, è stata girata una famosa scena del film Ricomincio da Tre in cui Lello Arena chiama a squarciagola proprio l’attore partenopeo scomparso prematuramente.

Per Informazioni sui luoghi che circondano il nostro straordinario complesso e per prenotare la tua permanenza alle falde del Vesuvio contatta l’Ufficio Booking (+39 081.7776423) o scrivi a prenotazioni@villasignorini.it

Villa Signorini: La Raffinata Arte del Ricevere

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VILLA VANNUCCHI: ESTRO ARCHITETTONICO ALLE FALDE DEL VESUVIO

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